Martedì 10 gennaio la RAI ha mandato in onda un’intervista di Simone Benzoni a Sofia Goggia, colei che giusto qualche settimana fa a Sankt Moritz si è rotta una mano nel corso della discesa, non si è fermata ed è arrivata seconda, è stata trasportata a Milano e operata d’urgenza in serata, è tornata sulla pista svizzera la mattinata successiva, si è ributtata giù in discesa e, nonostante il dolore, ha stravinto.
Pur avendo di fronte a sé una sciatrice vincente, in forma e concentratissima sulla propria attività sportiva, il buon Benzoni ha sciorinato il classico cliché dell’intervista alla donna in carriera che a trent’anni va in giro per il mondo e non ha ancora marito e figli. Di fronte a domande tipo «Non hai nostalgia di casa?» o «Al pensiero di mettere su famiglia non riesci a dedicare [tempo]?», Goggia con decisione e molto garbo ha fatto capire che, in questo momento, in mente ha solo la sua professione perché «non mi rimangono così tante stagioni sugli sci, ahimé» e perché il prossimo triennio porta a una Olimpiade da disputare in casa, cosa che non capita a tutte le atlete nell’arco di una intera carriera. Infine, al nuovo assalto del giornalista RAI («C’è anche il pensiero di essere madre un giorno?»), ennesima velata accusa di non volersi realizzare nel ruolo di moglie e madre, l’azzurra ha ironicamente chiosato «Un giorno lontano, fooorse…», allungando a dismisura l’ultima ‘o’.
Nel corso dell’estate del 2021 la trasmissione Il Circolo delle Olimpiadi ha più volte mostrato quanto sulla tv pubblica la narrazione di una sportiva di grande successo debba sempre prevedere accenni a matrimonio o maternità, magari attraverso domande che al primo impatto sembrano solo finalizzate al gossip ma che prendono a piene mani dallo stereotipo maschile della donna che non è completa se non sposata e con figli a carico, specie se ha trent’anni o più. Ne sono esempio l’invito rivolto al compagno di Vanessa Ferrari ad accoglierla al ritorno da Tokyo con l’anello di nozze o le richieste di svelare i retroscena degli sponsali imminenti a una Federica Pellegrini che aveva appena annunciato il ritiro dalle piscine, ma che era stata anche eletta nella Commissione Atleti del CIO e, quindi, rimarrà all’interno del mondo sportivo con possibilità di carriera negli organi istituzionali (e si sa quante poche siano le donne, rispetto agli uomini, nei posti che davvero contano).
Al di là dell’ostinazione a non voler abbandonare un modo di narrare così stereotipico, quello che fa più rabbia è che anche in Italia ci sono e ci sono state sportive di alto livello che sono rimaste tali anche se hanno deciso di sposarsi e/o avere figli. Prima fra tutte Valentina Vezzali, che -tra l’altro-, viste le sue scelte politiche, si trova a suo agio con chi ammette come modello femminile alternativo alla moglie-madre o alla donna-“troia”1 solo la “donna con le palle”, ovvero una sorta di biodonna che si comporta da maschio e prende decisioni perché sa fare il maschio2.
Ad ogni modo, in questo anno post-olimpico la pausa per maternità di Francesca Lollobrigida, la 31enne tornata da Pechino 2022 con due medaglie al collo, rende evidente quanto scelte di questo genere possano coniugarsi con una carriera di successo nello sport ancora non conclusa: la pattinatrice, dopo questa pausa che in RAI hanno ovviamente definito «la più lieta delle pause», proverà a Milano Cortina 2026 a dare l’assalto all’oro sfiorato in Cina.