Era dal 1928, dai Giochi che videro l’esordio ufficiale della ginnastica femminile alle Olimpiadi, che l’Italia non vinceva una medaglia in un concorso riservato alle donne. Allora fu un argento e lo vinsero le cosiddette piccole pavesi, dodici giovani ragazze, molte delle quali con età inferiore a sedici anni.
Anche a Tokyo 2020 è stato argento. Lo ha vinto Vanessa Ferrari, che a trenta anni e alla quarta Olimpiade ha avuto la forza, la tenacia e la maturità di mettersi alle spalle i due brucianti quarti posti ottenuti a Londra 2012 e a Rio de Janeiro 2016 e di sfoggiare un esercizio praticamente perfetto. La bassa difficoltà di partenza (5.900 contro i 6.300 dell’americana Carey, poi oro) le ha impedito di poter puntare al gradino più alto, anche in assenza della grande favorita Simone Biles.

Sono passati quindici anni da quando Vanessa Ferrari ha vinto il suo primo oro mondiale e ne sono passati dodici da quando ha lasciato la società in cui si è formata, la Brixia Brescia, per entrare nell’esercito. Unico modo per poter continuare ad allenarsi con continuità senza doversi concentrare anche su come provare a tirare avanti.
Vanessa di professione non fa, infatti, la ginnasta; lei è Caporale Maggiore scelto dell’Esercito Italiano. Un po’ come le piccole pavesi argento ad Amsterdam non erano ginnaste vere e proprie, ma solo delle dilettanti, delle allieve selezionate da un prof di Educazione Fisica, Gino Grevi, che sognava di portare una squadra femminile di ginnastica ai Giochi olimpici.
Tutto normale, no?

A quanto pare sì, in un paese in cui gli sport professionistici sono pochi e in cui le donne non possono (ancora) dirsi professioniste, a qualunque specialità esse si dedichino e qualunque risultato esse conseguano. Che poi, se vai a guardare cosa manda in onda in prima serata la tv di Stato il giorno in cui tu hai raggiunto la medaglia olimpica, l’obiettivo che ti eri prefissato da una vita, ti accorgi come anche il suo essere parte delle forze dell’ordine, in fondo, venga considerato di passaggio e come il vero fine di una atleta donna venga ancora considerato quello di essere impalmata. Per fortuna che il suo attuale compagno, Simone Caprioli, di fronte all’insistenza di Yuri Chechi che lo invitava ad accogliere all’aeroporto il Caporale Maggiore scelto dell’Esercito Italiano Vanessa Ferrari con l’anello di nozze, ha fatto capire che, se lo avesse veramente fatto, gli sarebbe arrivato un pugno in piena faccia.