Nelle ultime due settimane lo stadio Lanfranchi di Parma ha ospitato il girone a quattro che doveva assegnare il penultimo pass per la Coppa del Mondo di rugby femminile, la cui nona edizione è in programma in Nuova Zelanda a partire dall’ottobre 20221. Le tre europee che nel Mondiale 2017 erano andate meglio (Inghilterra, Francia, Galles) avevano già ottenuto la qualificazione di diritto; a Parma c’erano, quindi, le altre tre del Sei Nazioni (Italia, Irlanda, Scozia) e la Spagna, vincitrice di un precedente gironcino eliminatorio a tre. Le prime due giornate, tra vittorie sul campo e bonus point, avevano lasciato in eredità un incredibile equilibrio: tutte le quattro Nazionali coinvolte erano a cinque punti2.
Italia-Spagna era la prima delle due partite dell’ultimo turno. Le azzurre allenate da Andrea Di Giandomenico dovevano, quindi, vincere, puntare al punto in più dato dalle quattro mete e poi sperare che l’Irlanda non riuscisse a fare altrettanto con la Scozia3.
Ebbene, le cose sono andate proprio così. Le azzurre hanno segnato due mete subito con Maris e Sillari, hanno sofferto nei quaranta minuti successivi e hanno dilagato nel finale con Duca, Madia e una meta tecnica: punteggio finale 34-10. Un bel modo per festeggiare le 101 presenze del capitano Sara Barattin. Poi l’Irlanda ha addirittura perso 18-20 con la Scozia.

La speranza è che alla rassegna iridata le cose vadano un po’ meglio di quanto accaduto nel 2017. Per l’Italia di rugby femminile, infatti, non è la prima qualificazione in assoluto alla fase finale di un Mondiale: quattro anni fa arrivarono tre sconfitte e zero punti nel girone eliminatorio e due vittorie nella fase di classificazione che valsero il nono posto finale4. Speriamo anche che Raisport segua almeno le partite delle azzurre, come egregiamente fatto per questo girone di qualificazione: una Nazionale che veleggia intorno alla quarta posizione nel Sei Nazioni e che è arrivata seconda nel 2019 merita questo e altro. Il rugby è per tutte, come orgogliosamente rivendica la scritta che le azzurre hanno sul petto.
E, a proposito di Raisport, un plauso all’ex Benetton Andrea Gritti, ora voce tecnica nei commenti, per l’uso appropriato del femminile durante la cronaca di Italia-Spagna  («Dobbiamo essere ciniche, determinate!»), laddove molti suoi colleghi sarebbero ricorsi al “maschile universale”.